L’orsetto di Fred, albo illustrato di Iris Argaman con disegni di Avi Ofer, tradotto in italiano da Elena Loewenthal per Gallucci Editore è un dolcissimo libro sulla condizione degli ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale (Età di lettura: da 5 anni). La casa editrice ha deciso di pubblicarlo per celebrare la Giornata della Memoria, che ricorre il 27 gennaio e che ci porta a riflettere, con sempre maggior consapevolezza, su quella che potremmo definire la tragedia più grande del XX secolo.
Ci sono argomenti talmente delicati che il solo pensiero di affrontarli con mia figlia mi mette il panico addosso. Come spiegarle l’Olocausto, la Shoah e il genocidio degli ebrei? Come spiegarle, più in generale, che nel mondo esiste il male? Per fortuna i libri mi danno una grossa mano.
È il caso, anche, de L’orsetto di Fred, l’albo illustrato che vi presento oggi.
La storia è semplice, come tutte le storie più belle. Fred Lessing, ebreo olandese, è costretto alla clandestinità assieme alla sua famiglia (e a tante altre) per sfuggire alla persecuzione nazista. Siamo negli anni Quaranta del 1900, in piena Seconda Guerra Mondiale. E quella di Fred sembrerebbe una storia come (purtroppo) molte altre, vissute in quegli anni di terrore e violenza.
Mettetevi il cappotto, facciamo finta che andiamo in gita.
Dice la mamma di Fred, quando è il momento di scappare. Certo, come spiegare a tuo figlio che dovete abbandonare tutto e che non sa se e quando potrete tornare a casa?
A rendere il libro ancora più poetico, però, è il fatto che tutto viene narrato dal punto di vista del suo orsetto, quell’inseparabile doudou che forse anche i vostri figli hanno. Un oggetto transazionale. direbbero i pedagogisti, che accompagna Fred in tutti i suoi spostamenti e lo fa sentire sempre a casa.
Fred mi voleva più bene che a tutti gli altri suoi giochi.
Mi portava sempre dappertutto.
Stavamo sempre insieme.
E di notte, quando s’infilava sotto le coperte,
io dormivo accanto al cuscino
e sognavo accanto ai suoi sogni.
Più che un semplice peluche, l’orsetto diventa il suo inseparabile amico, l’unico legame con la sua vita precedente, fatta di giochi, risate e spensieratezza.
Ed è proprio di amicizia che parla questo albo illustrato, un sentimento così forte che è sopravvissuto alle tragedie della Guerra, oltre che dell’importanza della memoria.
«Non ti lascio qui solo, Orsetto mio.
Tu sei il mio migliore amico».
Che sospiro di sollievo!
Mi mise nello zaino.
Fred non si era dimenticato di me.
Perché quella di Fred Lessing è una storia vera, e questo rende sicuramente il tutto ancora più potente. E quell’Orsetto (con la O maiuscola, sì, perché questo era il suo nome) ha accompagnato il bambino, poi diventato un ragazzo e un adulto, anche dopo la guerra. Solo recentemente Lessing lo ha donato al Memoriale dell’Olocausto, lo Yad Vashem di Gerusalemme, dove Orsetto è custodito e dà testimonianza viva della sua storia di sopravvissuto.
Sarebbe bello se ogni 27 gennaio, anzi anche più spesso, vi sedeste con i vostri bambini in grembo a leggere insieme la storia di Fred e di Orsetto. Per raccontarvi una storia, condividere un ricordo e riflettere sulla grandezza dei sentimenti buoni.