Qual è l’età giusta per il primo cellulare? Come gestire il “consumo” di tecnologia da parte dei figli adolescenti? Janell Burley Hofmann è l’esempio di mamma che vorrei diventare e che sono sicura ispirerà anche voi. Qualche Natale fa ha regalato a suo figlio Greg (13 anni) un iPhone, facendogli però sottoscrivere un contratto con alcune semplici regole che lo aiutassero a utilizzarlo nel pieno rispetto di sé e degli altri. Da qui è nato iRules. Come educare figli iperconnessi, un libro davvero interessante che mi ha dato l’ispirazione per un post dedicato ai genitori dei nativi digitali.
Attimi di vita vissuta
Qualche mese fa ero al bar a fare colazione. Nel tavolo vicino a me una famiglia: madre, padre e un ragazzino, avrà avuto sui 13/14 anni, faccia da bonaccione, all’apparenza simpatico e molto timido, per un secondo incrocia il mio sguardo e subito abbassa la testa e un po’ arrossisce. I genitori sono intenti a guardare il cellulare e non si accorgono nemmeno che la cameriera è arrivata e sta posando la loro colazione sul tavolo. Ho allungato gli occhi senza farmi notare, come solo noi donne sappiamo fare, e ho distinto chiaramente il layout di Facebook sullo schermo dello smartphone della madre: ecco spiegato quel sorriso malizioso che le riempiva il viso. Il padre, invece, a cui un po’ davo la schiena, non so se leggeva gli sms dell’amante o le novità del calcio mercato, sta di fatto che era completamente assorto. Tutto questo si è svolto in pochi minuti, istanti nei quali il ragazzino, solo e ignorato, non avendo anche lui uno schermo da guardare – o forse avendolo, ma non essendone particolarmente attratto – giocherellava con il box dei tovagliolini, annoiato e incompreso. Che tristezza ho provato nel vedere questo quadro familiare che troppo spesso si ripresenta, al bar, al ristorante, in pizzeria o addirittura anche al tavolo di casa nostra. Il cellulare (e Internet, per prenderla alla larga) avrà pure i suoi vantaggi, ma non possiamo negare che un uso improprio rovina la socialità della famiglia (della coppia, della compagnia…).
E poi non lamentiamoci se nostro figlio/a sta sempre con gli occhi bassi e le mani a digitare, se noi genitori per primi non riusciamo a dare il buon esempio.
Sarò mamma tra pochi mesi e sicuramente ne dovranno passare molti altri prima che mi senta chiedere “perché non posso avere anch’io un cellulare tutto mio?”, ma la mia casa – per lavoro e per passione – è invasa dalla tecnologia: computer, tablet, smartphone, siamo connessi quasi 24 ore su 24, quindi anche mia figlia entrerà presto in contatto con questo mondo. Trattandosi poi di una nativa digitale, per lei forse risulterà ovvio e scontato poter usare certi strumenti e non dovrà nemmeno faticare a imparare a navigare sul web. Ciò, però, non mi impedirà di imporre delle regole, soprattutto quando chiederà (lo so, succederà anche a me, anche se non vorrei già pensarci ora) di avere un account su Facebook o su Instagram.
Cosa meglio di un libro poteva venire in mio aiuto? Si intitola iRules e l’autrice è una mamma americana, Janell Burley Hofmann. Tutto è iniziato quando, assieme al marito, ha deciso di cedere alle continue richieste del figlio 13enne e di regalargli un iPhone per Natale. A corredo del pacchetto posato sotto l’albero, però, c’era anche una lettera.
iRules: il contratto
1. Il telefono è mio. L’ho comprato io. Lo pago io. Te lo presto. Non sono una persona fantastica?
2. Saprò sempre la password
3. Consegna il telefono a uno dei tuoi genitori alle 19.30 di ogni sera infrasettimanale, e alle 21 nel weekend. Resterà spento per tutta la notte e verrà riacceso alle 7.30 del mattino. Se preferisci non chiamare un amico sul fisso perché potrebbero rispondere i suoi genitori, non telefonare e non massaggiare. Ascolta l’istinto e rispetta le altre famiglie come gradiremmo essere rispettati noi.
4. non usare l’iPhone per mentire, imbrogliare o ingannare. Non lasciarti coinvolgere in conversazioni offensive per altre persone. Sii innanzitutto un amico leale, e tieniti fuori da maldicenze e pettegolezzi.
5. Non usarlo per dire cose che non diresti di persona attraverso messaggi, e-mail e telefonate.
6. Non usarlo per dire a qualcuno cose che non diresti ad alta voce in presenza dei suoi genitori. Fa’ un po’ di autocensura.
7. Se squilla, rispondi. È un telefono. Di’ «pronto», sii educato. Non ignorare mai una chiamata se sul display compare “mamma” o “papà”. Per nessuna ragione al mondo.
8. Spegnilo e mettilo silenzioso quando sei in un luogo pubblico. Soprattutto al ristorante, al cinema e mentre parli con qualcuno. Tu non sei una persona maleducata; non permettere all’iPhone di cambiarti.
9. Se l’iPhone cade nel water, si rompe o svanisce nel nulla, sarai tu a sostenere i costi della sostituzione o della riparazione. Taglia l’erba, fai il babysitter, risparmia sulle paghette. Prima o poi succederà, non farti trovare impreparato.
10. È proibito portare il telefono a scuola. Preferisci le conversazioni personali ai messaggi. Parlare è una competenza per la vita. Decideremo di volta in volta se potrai tenere con te il cellulare in caso di tempo ridotto, gite scolastiche o doposcuola.
11. Niente pornografia. Cerca in Internet solo le informazioni che riferiresti a me senza problemi. Se hai domande su qualsiasi argomento, chiedi a qualcuno, preferibilmente a me o a tuo padre.
12. Non inviare o ricevere immagini delle parti intime tue o altrui. Non ridere. Un giorno avrai la tentazione di farlo pur essendo un ragazzino molto intelligente. È rischioso e potrebbe rovinarti l’adolescenza, gli anni dell’università e la vita adulta. È sempre una pessima idea. Il cyberspazio è sconfinato e più potente di te. È difficile cancellare un’azione così grave… e anche una cattiva reputazione.
13. Non fare un fantastiliardo di foto e video. Non è necessario documentare ogni cosa. Vivi le esperienze: resteranno impresse nella tua memoria per sempre.
14. Ogni tanto lascia il telefono a casa. Non è un essere vivente né un prolungamento del tuo corpo. Impara a farne a meno. Sii più grande e più forte della paura di essere tagliato fuori.
15. Scarica musica nuova, classica o diversa da quella che ascoltano milioni di tuoi coetanei. La tua generazione ha accesso alla musica come nessun’altra nella storia. Sfrutta questa possibilità per allargare i tuoi orizzonti.
16. Ogni tanto cimentati in giochi di parole, puzzle o rompicapi.
17. Alza lo sguardo. Osserva la realtà che ti circonda. Guarda fuori dalla finestra, ascolta gli uccelli, fai una passeggiata, chiacchiera con uno sconosciuto. Soddisfa la curiosità senza usare Google.
18. Combinerai qualche pasticcio. Ti porterò via il telefono. Ci siederemo a parlarne. Ricominceremo da capo. Noi due non finiremo mai di imparare. Sono dalla tua parte. Siamo alleati.
Il biglietto che accompagnava il regalo conteneva 18 regole che andavano a regolamentare l’utilizzo del cellulare. Nelle prime pagine Janell spiega come la diffusione del cellulare tra gli amici del figlio avesse spinto Greg a chiedere più volte di poter avere anche lui un iPhone, ma il NO dei genitori non gli aveva comunque impedito di chattare o massaggiare con quello degli altri.
Il divieto di possedere il telefonino non gli aveva impedito di utilizzarlo. In compenso, aveva impedito a me di insegnargli a usarlo.
Il libro è allo stesso tempo divertente e pieno di spunti. L’autrice l’ha diviso in tre sezioni: ognuna analizza l’applicazione pratica di ciascun principio fondamentale per la sua famiglia, rispetto, responsabilità e incoraggiamento a vivere fino in fondo la propria vita, portando davanti al lettore esempi pratici ed esperienza di vita vissute, sia all’interno del nucleo familiare Burley Hofmann, sia riguardanti figli o genitori con cui Janell è entrata in contatto.
Se avete figli che già vi hanno fatto richiesta esplicita per avere un cellulare tutto per sé – o che temete lo faranno a breve – meglio farvi trovare preparati. Le regole dettate da Janell in realtà possono, anzi devono, essere riviste e modificate secondo le esigenze e le abitudini della vostra famiglia, devono poter far sentire sicuri voi e devono rendere sicuri anche i ragazzi. Non possiamo negargli gli strumenti del loro tempo, non dobbiamo essere genitori proibizionisti e timorosi del progresso, ma dobbiamo affrontare tutto questo con coscienza e conoscenza.
Mi piacerebbe aprire un dibattito e sentire che ne pensate. Vi siete mai trovati in questa situazione? A che età ritenete sia opportuno dotare un ragazzo/a di un cellulare? State adottando qualche regola, tipo i minuti da trascorrere online (o davanti ai videogames o a guardare la TV) nell’arco di una giornata? Controllate l’attività di vostro figlio/a sui social network? Condividete i vostri pensieri e trasformate i commenti in un angolo di confronto tra genitori.