Qualche settimana fa vi ho parlato di Come liberare il potenziale del vostro bambino, il manuale di Daniela Valente che propone utili e interessanti attività da svolgere con i propri cuccioli, ispirate al metodo Montessori. Ecco, oggi vorrei riprendere quell’argomento per parlarvi del “decalogo del genitore montessoriano” che Daniela ha inserito nel libro.
La profonda conoscenza del Metodo e l’attenta documentazione fatta sui testi di Maria Montessori ha permesso all’autrice di stilare un elenco di 10 principi base, a cui io mi sto ispirando. E mi piaceva l’idea di condividerla con voi, aggiungendo a ogni “regola” una mia personale riflessione. Oggi vediamo i primi 5.
1) Trattate il vostro bambino con rispetto
Questo non significa abdicare al proprio ruolo di genitore ed educatore, ma basare la relazione con il proprio figlio sul rispetto reciproco: si tratta di una persona indipendente, non di una vostra proprietà.
Una delle cose che ho imparato ai corsi pre- e post-parto e dai tanti manuali letti nei 9 mesi di gravidanza è sicuramente quella di trattare il bambino come un adulto, rivolgendosi a lui con parole gentili e forme di cortesia. Mi è capitato che mi guardassero storto se chiedevo a mia figlia di pochi mesi il permesso per girarla a pancia in giu per chiuderle la tutina, o se le parlavo sottovoce all’orecchio per spiegarle dove ci trovavamo, una volta arrivate in un posto nuovo. A me sembra, invece, tutto così naturale…
2) Usate la disciplina positiva
La Montessori ci insegna che ogni bambino è venuto al mondo con un compito speciale da compiere e ci invita ad aiutarlo a trovare la sua strada accentuando il lato positivo delle cose: utilizzando forme affermative piuttosto che negative, spostando l’attenzione del bambino piuttosto che combattendo frontalmente la sua volontà, lodando le azioni e gli atteggiamenti positivi e correggendo quelli negativi.
Niente punizioni fisiche, niente grida, minacce e ricatti, niente frasi del tipo “sei brutto”, “sei cattivo”: i bambini hanno bisogno di poche e chiare regole, che vanno spiegate con calma e pazienza. I bambini non vengono al mondo per farci arrabbiare, non è certo loro intenzione farci un dispetto: se lo fanno è solo per comunicare un malessere o un bisogno che non riescono a trasmettere con le parole.
3) Dategli l’opportunità di provare nuove esperienze
Come possiamo aiutare un bambino ad affrontare da solo quello che vorrebbe fare? Solamente lasciandolo tentare!
Credo che questa sia una delle prove piu difficili per un genitore: lasciar fare a nostro figlio cose che ci verrebbe spontaneo fare noi, o proibirgliele perché non lo riteniamo all’altezza/grande abbastanza o perché per noi sono troppo pericolose. Sono convinta che i bambini, anche di pochi mesi, siano già in grado di autoregolarsi e di riconoscere le situazioni potenzialmente a rischio, solo se lasciati liberi di affrontarle. Prima che chiamiate il Telefono Azzurro, però, vorrei precisare che ciò non significa lasciare allo sbando il proprio figlio: semplicemente basta coinvolgerlo e renderlo partecipe delle attività quotidiane, come apparecchiare e portare in tavola piatti e bicchieri o insegnargli a fare le scale, dimostrandogli così di avere fiducia nelle sue capacità.
4) Non interrompere i suoi momenti di concentrazione
La capacità di concentrazione fa parte dell’intelligenza e il bimbo deve apprenderla con il tempo. Tuttavia, se ogni volta che tenta di concentrarsi viene distratto dalle vostre parole, non solo non riuscirà a imparare, ma finirà per credere che concentrarsi non è importante.
Quello che noi vediamo come un semplice gioco, per un bambino è un’attività molto impegnativa. Un vero lavoro. Ecco perché oltre a non “facilitargli” il compito, svolgendolo noi per lui, non dobbiamo nemmeno interromperlo mentre è concentrato nel portarlo a termine. Questo vale sia per i compiti e gli esercizi di scuola, sia per il semplice imparare a rotolarsi da prono a supino o viceversa.
5) Incoraggiate invece di premiare
Nelle scuole montessoriane non esistono né voti né tantomeno verifiche. Il bambino non ha bisogno di essere incasellato in giudizi o di lavorare per un riconoscimento. La sua soddisfazione viene da sè stesso.
Invece di “che bravo”, “che tesoro”, date soddisfazione ai vostri bambini con un complimento mirato alla buona riuscita del compito o all’attitudine positiva che ha dimostrato: quindi ditegli/le “che bel cerchio che hai disegnato”, “che gentile che sei stato/a”.
Essere genitori è un compito per nulla semplice, me ne sto rendendo conto ogni giorno che passa. Avere uno spazio per il confronto e un luogo in cui sfogare dubbi e paure è fondamentale; tutti noi vorremmo essere i genitori migliori del mondo, per i nostri figli. Il problema è che lo siamo, ma non ce ne rendiamo conto (anche perché nessuno ce lo dice mai). Gli insegnamenti di Maria Montessori ci possono aiutare a crescere figli autonomi e generosi e a trarre da loro le nostre soddisfazioni.
Qui trovate le altre cinque indicazioni per costruire il vostro percorso di genitori montessoriani.
(In copertina foto © ThomasLife su Flickr)
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